Foto: Wilson Ballarin
Nel cielo, infatti, uno dei due Gemelli infila la punta del piede (la stella chiamata in età classica Propus, “il piede avanti”), fra le corna del Toro zodiacale, proprio come fa una delle due fanciulle di Venezia.
La personificazione dei Gemelli al femminile è insolita per noi; non appartiene alla tradizione classica ma a quella estremo-orientale, come si vede negli approfondimenti che presentiamo nell’ultima sezione della mostra. Capella, per gli antichi, era la capra bianca che aveva allattato Giove, e l’Auriga classico la porta alla spalla con una mano, mentre nell’altra regge due minuscoli capretti gemelli, gli Haedi.
Ma il Maestro di San Marco, come abbiamo già osservato, non segue questa tradizione: il suo “Re di Maggio” solleva al naso la bianca Capella nella forma di una magnifica rosa, e nell’altra mano tiene il Fleur-de-Lys, una costellazione oggi obsoleta, ma che aveva un tempo molto risalto nelle rappresentazioni del cielo primaverile.
Crepuscolo. All’accendersi delle stelle, appaiono a Ovest i due Gemelli, uno dei quali insinua il suo lungo piede fra le corna del Toro zodiacale. Lungo l’arco del mese, nel corso della notte, la costellazione Auriga si sposta sempre un po’ più a Oriente, finché a mezzanotte Capella, la sua lucida o stella maggiore, “siede in trono”, segnando esattamente il Nord.
Nel suo progresso verso il trono del Nord, l’Auriga è accompagnato dai due Gemelli, che però tramonteranno prima di lui, lasciandolo solo a regnare.
Verso la fine del mese, Capella sul trono del Nord appare incoronata da un’alta tiara triangolare, formata da alcune minuscole stelle, incluse nelle mappe moderne parte nell’Auriga, parte nell’adiacente costellazione Camelopardalis.
Mappe celesti ottenute tramite il software Stellarium.