I due trampolieri che intrecciano i colli sono spesso presenti nelle patere. Insieme alla Gru che becca un grosso pesce per la coda, essi evocano forse i viaggi veramente lontani dei Veneziani, quelli che li spingevano, attraverso l’Oceano Indiano, all’India, alla Thailandia e alla Cina.
Grus fa parte infatti di un gruppo di costellazioni collocate intorno o sotto il tropico del Capricorno e caratterizzate dall’avere, quasi senza eccezioni, configurazioni aviformi. Sono denominate collettivamente Southern Birds, “gli uccelli meridionali”, e fra esse troviamo la Gru, il Pavone, la Fenice, la Colomba di Noè. Sulla mappa del cielo, Grus appare in atto di beccare per la coda un’altra costellazione a forma di pesce, detta Piscis Austrinus o Piscis Notius.
Il grido delle gru mentre migravano attraverso il Bosforo era un segno stagionale, e indicava l’autunno, come ricorda Esiodo (VIII sec.a.C.) nel suo poema Le opere e i giorni:
“E nota, quando si sente la voce della gru che grida di anno in anno in alto dalle nuvole, perché essa dà il segnale per l’aratura, e indica che stanno arrivando le piogge e l’inverno; ma triste suona al cuore dell’uomo che non possiede buoi”
The Two Waders that intertwine their necks are often represented in the patere. Together with the Wader pecking a Big Fish by the tail, also a common subject in the patere, they possibly relate with the long journeys which brought the Venetians, by land or by sea, to India, Thailand, and China.
Grus, the Crane is part of a group of constellations placed around or below the Tropic of Capricorn. Having, almost without exception, birdlike configurations, these constellations are collectively referred to as The Southern Birds; among them we find the Crane, the Peacock, the Phoenix, the Dove of Noah. In the sky, Grus appears in the act of pecking by the tail a nearby constellation which has the shape of a fish, and is called Piscis Austrinus, or Piscis Notius.
The cry of the cranes, as they migrated between August and October towards South-East across the Bosphourus along the Anatolian coast, was seen as a sign of approaching of the fall, as Hesiod (8th century a.C.) remarks in his poem Works and Days:
“Hark, when you hear the voice of the crane who cries year by year from the clouds above, for she gives you the signal for ploughing and tells the season of rainy winter; but it vexes the heart of the man who owns no oxen.”
Gli “Uccelli meridionali” nell’Allegoria della vita di giorgio Ghisi
Una delle poche presenze umane tra gli "Uccelli meridionali" è Indus, un giovane di aspetto soave e femmineo con uno strale puntato verso il suolo, personificazione del fiume omonimo. Pavo, il Pavone, è di solito rappresentato vicino ai suoi piedi.
Nell’Allegoria di Giorgio Ghisi Indus e il Pavone appaiono sul lato destro di un paesaggio esotico. Nelle vicinanze, altri "Uccelli meridionali": la Fenice-airone, nel suo nido sulla sommità di un albero di tamerice; la Colomba di Noè (Columba Noachi), con il ramo d'ulivo nel becco.
Davanti a lui, una nave naufragata. Si trova dove, nei cieli, al nadir sotto il Polo Sud, si incontrerebbe la costellazione Argo Navis, con altri elementi riferibili al mito di Giasone che sfida gli scogli delle Simplegadi: il remo spezzato, la colomba con la coda strappata. Al centro, il navigatore è turbato dai suoi sogni. Intorno a lui, la misteriosa danza delle costellazioni celesti. La stampa è datata 1561; solo pochi anni prima Magellano intraprendeva la prima circumnavigazione del globo. Le vite inquiete e i sogni appassionati di uomini come lui si riflettono in questa composizione complessa, che è una traduzione quasi letterale di una pagina degli Astronomica di Manilio, in cui si descrive il temperamento degli uomini nati sotto la costellazione Carina, o Argo Navis:
"Chiunque è nato sotto il segno di Argo sarà capitano di una nave, e tenendo fermamente il timone, abbandonerà la terraferma per il mare e combatterà il suo destino con i venti; ambirà ad attraversare gli interi oceani con la sua flotta, a visitare climi stranieri ... nate sotto Argo sono le guide che conducono le nostre navi nel profondo senza vie tracciate; ma è grazie loro che la terra incontra la terra e tutte le merci del mondo sono convocate, con l’aiuto dei venti, per sopperire alle diverse necessità degli uomini".
Manilio, Astronomica, V, 32-57
The “Southern Birds” in Giorgio Ghisi’s Allegory of life
One of the few human figures among the 'Southern Birds' is Indus, a representation of the homonym river: a sweet and tender youth holding a long spear-arrow pointing towards the ground. Pavo, the Peacock, is usually represented near his feet.
In Giorgio Ghisi’s so called Allegory of the Human Life, Indus, with the peacock nearby, appears by a tall palm on the right side of an exotic landscape. Nearby, we find some other “Southern Birds”: the heron-Phoenix, which is nidifiying on the top of its tamarisk-tree, Noah’s Dove (Columba Noachi), with the olive branch in her beak.
In front of Indus, a shipwrecked ship. It lies where, in the skies, at the nadir below the South Pole, the constellation Argo Navis would lie, with other elements alluding to the myth of Jason defying the rocks of the Symplegades: the broken oar, the bird with its tail plucked away.
In the middle, the dreaming mariner is troubled by his dreams. Around him, the mysterious dance of the celestial constellations. The print is dated 1561; only a few years before, Magellan did the first circumnavigation of the globe. The unquiet lives and passionate dreaming of men like him are reflected in this complex composition, which is an almost literal translation of a page of the Astronomica by Manilius, where the temperament of the man born under Carina, the Argo Navis constellation,is described:
"Whoever is born on earth at the rising of Argo will be the captain of a ship; holding fast to his helm, he will forsake the dry land for the sea and pursue his fortune with the winds; he will crave to traverse the entire ocean with his fleet, to visit the foreign climates ... men born under Argo are the guides who guide our ships over the trackless deep; it is through them that land meets land and the whole world's wares are summoned with the winds to supply men's divers needs".
Manilius, Astronomica V, 32-57