Alla base del sottarco una figura maschile e una femminile siedono su serpenti bicefali, e levando le mani fanno germogliare i tralci che si intrecciano lungo tutto il bassorilievo.
Nell’ “uomo dei serpenti” veneziano, i tratti di antiche divinità mediorientali si presentano conflati con quelli della costellazione dell’Ofiuco o Serpentario: con un piede poco al di sotto dell’eclittica, Ofiuco calpesta lo Scorpione sul finire dell’inverno, aiutando così il sole a liberarsi dalle chele nere che lo imprigionano, e a risalire nel cielo.
Mani, capelli e barba che vegetano in fronde e foglie evocano inoltre il cosiddetto"Green Man" o "Uomo verde", antica figura del folklore di varie parti d’Europa e dell’Asia.
Vi sono singolari punti di contatto con un drappo funerario cinese proveniente dalla Tomba di Mawangdui (168 a.C. ca.), che reca la figura di un tozzo telamone avvolto dalle spire di due serpenti, in atto di reggere, come un atlante, le sfere terrestri superiori: da notare dettagli come il drappo che ricopre i lombi, il gorgo formato dai serpenti alla base della figura, i serpenti minori che "agganciano" il personaggio alle caviglie.
Anche le sinuose curve a lira negli elementi che incorniciano la composizione cinese richiamano l’analogo andamento del tralcio nel sottarco marciano. La figura femminile all’altro lato del sottarco mostra anch’essa analogie con antiche divinità del mondo asiatico.
At the base of the arch, a man and a woman sit on double-headed snakes. They raise their hands, and leaves and branches sprout behind them. In the Venetian “Man of Serpents”, the echoes of ancient Middle-Eastern deities mix with elements of the Ophiucus, the constellation of the Serpent-Bearer : with one foot just below the ecliptic, Ophiucus treads on Scorpio at the end of winter, helping the sun to escape from its black claws and rise again in the sky.
Hands, hair and beard of the Venetian figure, vegetating in fronds and leaves, also evoke the so-called “Green Man”, an ancient figure in the folklore of Europe and Asia.
The character has striking points of contact with the squat telamone in a Chinese funeal pall (from the Mawangdui Tombs, 168 B.C.), sitting in similar posture on snakes, and holding the ‘floor’ of the upper world as an atlas: details such as the cloth that covers the loins, the sort of vortex formed by the snakes at the base of the figure, the smaller snakes ‘hooking’ the character at the ankles. Also the lyre-shaped volutes that frame the figure in the Chinese painting recall the ’s’-shaped branch in St.Mark.
On the opposite side of the arch, the female personification in similar attitude also finds correspondence in ancient Asian deities.
I serpenti e il cielo
Perché due figure positive come il “Green Man” marciano e la sua controparte femminile, legate al risveglio del sole e della natura, sono associate all’inquietante presenza del serpente, simbolo del male nella tradizione giudaico-cristiana?
Perché il serpente, per la sua andatura sinuosa e per il suo avvolgersi in spire ha rappresentato fin dall’antichità un’efficace metafora per descrivere i moti celesti e l’alternarsi delle stagioni.
Serpenti, o creature con essi ibridate, presenziano in questa veste nei miti della creazione di civiltà arcaiche in tutto il mondo: nella tradizione Vedica, Shiva crea il mondo cagliando per mezzo di un serpente la sostanza fluida di un mare primordiale. Dall’antica Cina provengono FuXi e Nüwa, fratello e sorella gemelli, che dopo essere sopravvissuti al diluvio, ripopolarono il pianeta. Sono rappresentati abbracciati e circondati da stelle, mentre con squadra e compasso ridisegnano la terra; i loro corpi terminano in code serpentine intrecciate, o arricciolate in modo da suggerire un moto a spirale.
I serpenti mordono alle caviglie sia il telamone cinese che il personaggio dell’arcone: nello stesso punto il celeste Ofiuco (o Serpentario) è “agganciato” dalla curva eclittica, che lo forza a ruotare, insieme a tutto lo Zodiaco, lungo il percorso (apparente) del sole.
The snakes and the sky
Why St. Mark “Green Man” and his female counterpart, two benevolent characters, friends of the rebirth of the sun and nature, are linked to a disturbing figure like that of the snake?
The snake is the main negative character in the Judaeo-Christian tradition.
However, the sinuous motion of the snake, and its coiling into spirals, has appeared a very effective natural analogue to describe the celestial motions and the alternating of seasons since ancient times. Snakes, or hybrid figures that wrap in braids or coils, appear in the creation myths of many ancient civilizations all around the world.
In the Vedic tradition, Lord Shiva creates the world by churning fluid matter from a primeval sea, by using a snake. Ancient China presents the twins FuXi and Nüwa, brother and sister, who survived the flood, and subsequently repopulated the world.
They are represented embracing, surrounded with stars, compass and square in hand, redesigning the earth; their bodies end in pleated serpentine tails.
Snakes bite both the Venetian and Chinese squatting figures at the ankles, in the same part of the body the celestial Ophiucus (or Serpentarius) is "hooked" to the ecliptic curve, that forces him to rotate with the rest of the Zodiac along the (illusory) annual path of the sun.