Un guerriero in armatura

(la costellazione Orione) accompagnato da un fanciullo ignudo che soffia in un corno (la costellazione Antinous).

In alto sulla destra, il segno zodiacale del mese, un giovane e fiero Ariete rampante.

Orione, caratteristica presenza del cielo d’inverno, è qui raffigurato non come il cacciatore del mito antico, ma come un cavaliere in armatura, secondo una convenzione propria delle miniature medievali (il Leone marciano “in moleca” dipinto sullo scudo, non presente in origine, fu aggiunto nella ridipintura del 1490 circa).

Il fanciullo Antinous appariva nelle antiche carte celesti inginocchiato, con un braccio dietro la schiena; il Maestro marciano ha rispettato questa convenzione, aggiungendo il motivo del corno eolico, allusivo ai venti di Marzo, che sembrano scompigliare scherzosamente la chioma del guerriero. La ripresa di questi venti di primavera, e il loro orientamento, aveva una rilevanza che oggi ci sfugge, perchè implicava il riavviarsi della navigazione dopo la tregua invernale, e favoriva il ritorno dei navigli dalle terre d’Oriente.

Foto: Pino Usicco

La costellazione Orione

Da: Fazio degli Uberti, Il Dittamondo, con commento di Andrea Morena da Lodi, Milano 1447 Parigi BNF, MS It. 81, fol. 175r

La costellazione Orione

Da: Paulus Venetus, Liber de Compositione Mundi, Thomas Kees, Paris, 1513

Antinous,
il fanciullo rapito dall’Aquila

I Greci diedero a un piccolo gruppo di stelle collocate sotto il petto della costellazione Aquila il nome di Ganimede, il mitico fanciullo amato da Zeus, che lo rapì in cielo scendendo su di lui, appunto, in forma di Aquila. L’imperatore romano Adriano ne sostituì l’immagine con quella del suo giovane favorito Antinous, che sacrificò per lui la sua vita, a seguito di un oracolo, gettandosi nel fiume Nilo. A causa di questo, alcune antiche mappe e globi celesti raffigurano talvolta Antinous inginocchiato sopra un altare.

Aquila e Antinous

Da: Andreas Cellarius, Harmonia macrocosmica seu atlas universalis et novus, totius universi creati cosmographiam generalem, et novam exhibens, Amsterdam, Jansonius, 1661

Tav. 24, part.

Aquila e Antinous

Sydney Hall, Urania’s Mirror, London, Sherwood, Jones, and Co., 1825, tav. 13

Particolare dell’immagine precedente. Osserviamo Alshain (Beta Aquilae), che forma simultaneamente la testa della costellazione Antinous

Venezia, 1250, giorni dell’Equinozio di primavera: Orione il guerriero (a sinistra), e Aquila, che oggi ingloba anche le stelle della costellazione obsoleta Antinous, si bilanciano a mezzanotte ai due estremi dell’orizzonte: l’uno tramonta mentre l’altra sorge…

Altra immagine dei giorni equinoziali: a destra, Alshain ( oggi Beta Aquilae, ma un tempo la testa del fanciullo Antinous), sorge a Est, mentre le ultime stelle del braccio levato di Orione scompaiono sotto l’orizzonte opposto. Se accogliamo la suggestione di Dante (Paradiso 13, 10-12), il fanciullo, figuratamente, imbocca allora ‘la bocca di quel corno/che si comincia in punta dello stelo(a cui la prima rota va d’intorno’), ovvero, la punta dell’Orsa Minore (al centro), insolitamente visualizzata in questi versi in forma di corno o buccina, levata a lanciare un richiamo.