Foto: Wilson Ballarin
ll simbolismo del Ramo d’oro, oggetto magico che apre a un eroe designato il passaggio all’oltremondo, ricordato anche nell’Eneide, è troppo complesso per essere riassunto qui; ma in molte antiche religioni, le Pleiadi segnavano uno dei punti del cielo in cui si apriva il passaggio che permetteva alle anime di scendere nel mondo a incarnarsi, o di ripartire verso il cielo.
L’eroe che le afferrava era quindi in grado di discendere insieme a loro nell’oltremondo, e non solo, ma anche di riemergere successivamente, sempre insieme con loro, nel regno dei viventi.
Le imprese dell’eroe Perseo nella mitologia greca hanno poco a che vedere con la scena rappresentata nell’arcone marciano; eppure, ricordiamo che Perseo viene descritto dal mito classico come portatore di una caratteristica arma, o harpe, una spada o falcetto ricurvo, in particolare durante la sua battaglia contro il mostro marino per salvare Andromeda.
Sono le Pleiadi il suo falcetto aureo? Per quanto riguarda Perseo-costellazione, sembra proprio di sì... nella tradizione induista, le Pleiadi, denominate Krittika, sono appunto visualizzate come un rasoio o falcetto a manico corto.
In alto a destra del bassorilievo marciano, sopra i quarti posteriori dell’ovino, appare un altro soggetto cui nell’astronomia antica si attribuiva grande importanza: la zampa anteriore del Toro (il Toro celeste ha una zampa anteriore soltanto, delineata dalle stelle o e λ). All’inizio di Aprile, al tramonto, la zampa anteriore del Toro brilla a Ovest, interamente visibile; ma, nel corso del mese scompare, ogni giorno un poco.
Quando all’orizzonte del Toro non resterà più che la testa, sarà Maggio…
In questa immagine, il mese di Aprile si volge a noi mostrando il Ramo d’oro: nella sua destra è fiorito, nelle sinistra appassito, a significare la brevità del magico momento.
Perseus
Da Johannes Hevelius, Uranographia, Dantzig 1690
Nel corso del mese di Aprile, vi è un momento in cui le Pleiadi brillano un istante sopra il Sole al tramonto, poco prima prima di svanire nel suo fulgore (fenomeno noto come il ‘tramonto eliaco’ di un corpo celeste). Sopra le Pleiadi, si accende negli stessi istanti una delle due “mani” della costellazione Perseo, che sembra quindi coglierle nell’attimo del loro fuggevole splendore.
La figura celeste della costellazione Perseo ha poco a che vedere con l’eroe classico di cui porta il nome: è una schematica forcella, che ha solo due braccia e due “mani” (le coppie di stelline չ e ο, ρ e 16), e una lunga “testa” appuntita (vedere mappe celesti qui in basso).
Sul finire del mese, il caratteristico gruppo brilla al tramonto all’orizzonte Ovest, dove la zampa anteriore del Toro è ormai interamente immersa sotto l’orizzonte.
Mappe celesti ottenute tramite il software Stellarium.
La costellazione Perseus
A sin.: Stellarium, a dx: Mappa a cura dell’Unione Astronomica Internazionale (IAU).