L’importante restauro eseguito negli anni ’80 del Novecento, e gli studi collegati, hanno riportato in luce i resti di una policromia originaria dei bassorilievi, in cui le figure erano ricoperte di foglia d’oro, ad eccezione dei volti e delle mani, bianco-rosati, e di barbe, capelli e occhi, neri.
Le figure si stagliavano su uno sfondo a colore contrastante, secondo una prassi testimoniata fra l’altro dal mosaico nella lunetta della Porta di Sant’Alipio, raffigurante la facciata della Basilica e databile alla seconda metà del Duecento.
La policromia fu ripresa fino alla fine del ’400 e oltre, a quanto sembra in chiave più realistica e varia; a quella data fu aggiunto, ad esempio, il Leone di San Marco che spicca sullo scudo del guerriero nel Mese di Marzo.
A oro su fondo scuro le figure dei bassorilievi appaiono in un importante documento figurativo, la Processione in Piazza San Marco di Gentile Bellini, oggi alle Gallerie dell’Accademia, datata 1496.
In questi modelli, riproponiamo lo schema presunto della policromia più antica, ponendola su fondo blu e con l’aggiunta di un possibile elemento emerso dalla nostra campagna fotografica: gli inserti a rilievo, presumibilmente in bronzo dorato, che dovevano evidenziare stelle e costellazioni creando, all’alba e al tramonto, un magico scintillio.
L’analisi dettagliata delle nuove fotografie permetterà di rilevare inoltre una suggestiva quantità di altri minuti dettagli semicancellati: all’osservazione preliminare, si sono rilevati cinghie e fibbie di abiti e calzature, e interessanti tratti degli accessori, come il rinforzo metallico sulla punta della vanga con cui l’Ottobre scava il terreno.