Collocazione del ‘Ciclo dei Mesi’ nel portale maggiore della Basilica di San Marco, Venezia.

Foto: Gennaro Leonardi via Shutterstock.com

Grafica: Laura Serraglio e Giada Mazzoccato

Portale maggiore della Basilica di San Marco a Venezia visto dal basso: il ‘Ciclo dei Mesi’ (evidenziato in bianco).

I bassorilievi, che oggi si presentano di un uniforme colore giallo-bruno, erano un tempo riccamente policromati e dorati.

Foto: Pino Usicco

Grafica: Laura Serraglio e Giada Mazzoccato

Il Ciclo dei Mesi della Basilica di San Marco a Venezia è formato da tredici formelle a bassorilievo, giustapposte in modo da creare una fascia di apparenza continua. Oggi si presenta nel colore uniforme del marmo proconneso in cui è stato scolpito, ma era un tempo riccamente policromato e dorato, con possibili applicazioni metalliche a sottolineare i dettagli più rilevanti.

Dai vasi ai due estremi della composizione si originano tralci a fogliami, le cui volute stilizzate formano una ritmica sequenza di ovali, ciascuno dei quali ospita la rappresentazione di un Mese, da Gennaio a Dicembre.

I dodici Mesi sono rappresentati ciascuno da una personificazione maschile in atto di compiere un’attività tipica: ad esempio, Giugno miete il grano, Dicembre uccide il maiale, e così via.

Al di sotto del Gennaio e del Dicembre, le due basi d’arco rappresentano ciascuna una coppia di volatili ai lati di un vaso. In alto al centro, nell’imposta d’arco, appare la figura del Cristo Emmanuele benedicente (“Sol Invictus”).

Ciascun Mese è accompagnato da un cartiglio che lo identifica, e da uno o due segni zodiacali.

Ma i riferimenti astronomici sono molto più numerosi e consistenti di quanto non si ritenesse fino ad oggi. Oltre alle costellazioni dell’eclittica (i cosiddetti “segni zodiacali”), ne appaiono numerose altre di tutto il cielo, il cui sorgere, culminare o tramontare caratterizzava il passaggio da un mese all’altro, che viene qui descritto con grande precisione astronomica.

Le costellazioni sono visualizzate non solo al modo occidentale, ma secondo una varietà di altri linguaggi, dal vicino Oriente all’Europa del Nord; ciò riflette la volontà di rivolgersi a un pubblico di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, che avevano tutti il cielo notturno come riferimento.

La fascia graduata a dentelli che corre lungo il bordo esterno dell’artefatto non è meramente decorativa, ma scandisce i gradi del trascorrere del Sole nello Zodiaco, declinando con grande precisione, giorno dopo giorno, lo scorrere del tempo.

La presentazione dei Mesi nel bassorilievo rispecchia l’orientamento del cielo reale: quando guarda i mesi da Gennaio a Giugno, l’osservatore è rivolto verso il lato Nord della Piazza (quello, indicativamente, dove si trova la Torre dell’Orologio). In queste sei formelle, gli vengono presentati prevalentemente eventi celesti che caratterizzano, mese dopo mese, il cielo di Venezia verso Nord.

Quando invece guarda i mesi da Luglio a Settembre, l’osservatore è rivolto verso Sud (indicativamente, verso la Piazzetta e il Bacino di San Marco). Gli vengono presentati allora eventi celesti che hanno luogo, mese dopo mese, nel cielo a Sud.

Questa scelta riflette l’abitudine della popolazione di un tempo a confrontarsi col cielo osservato.